Pettarin, lettera d'addio da Deputato: "Grazie a tutti per il sostegno"

Pubblichiamo da Guido Germano Pettarin
 
‘Scrivo questa mia breve nota per ringraziare tutti Voi del seguito che mi avete voluto concedere in questi anni.
 
Ho deciso di non candidarmi alle prossime elezioni politiche, nonostante le offerte ricevute.
 
La strada che ho percorso dal 2018 ad oggi e la storia del mio impegno amministrativo e politico non si conciliano con la situazione politica attuale e con la totale mancanza di coerenza che ha portato alla caduta, da me non condivisa, del Governo di Mario Draghi.
 
Il quadro che si sta delineando per il futuro del nostro Paese non mi appartiene e non intendo contribuire alla sua definizione.
 
Quindi ho deciso, senza ripensamenti di sorta, di rispettare il mandato ricevuto nel 2018 dal centro destra e di fare un passo indietro alla fine della legislatura e non partecipare al tritacarne delle politiche del 25 settembre 2022.
 
Continuerò ad essere ancora al servizio del mio Paese, l’Italia dell’Unione Europea, come professionista del settore economico legale.
 
Ho sempre interpretato la politica come un servizio alla collettività da svolgere pro tempore in modo totalizzante.
 
Ho enorme rispetto per le istituzioni e per il loro ruolo e, in esse, per le attività che vi ho svolto.
 
Nei prossimi mesi e nei prossimi anni farò quanto in mio potere per affrontare adeguatamente il determinante progetto di Go!2025, convinto che la capitale europea della cultura 2025 sia l’unico futuro possibile per la popolazione e la città di Gorizia e Nova Gorica.
 
Lo farò agendo da cittadino, per consolidare una visione che abbia al centro il lavoro, lo sviluppo economico e la creazione di opportunità, e che porti avanti, senza se e senza ma, la missione disegnata ed indicata da Mario Draghi nel contesto del PNRR e del quadro UE.
 
Sono lieto di essere stato tra coloro che, dal gennaio 2021, hanno creduto fortemente in un’ operazione coraggiosa che ha permesso a Mario Draghi di diventare Presidente del Consiglio e di affrontare, assieme a lui, alcuni tra i momenti più difficili della storia della nostra Nazione e della UE, fortificando prestigio ed autorevolezza delle istituzioni comunitarie nel mondo.
 
Dopo l’inspiegabile ed ingiustificabile successione di atti che hanno portato alla caduta del Governo Draghi, chi crede ad un Paese dove conti la coerenza, la onestà, la serietà, la competenza, il merito, le proposte concrete deve indicare la via e deve farlo andando comunque a votare.
 
In vista delle prossime elezioni sono a tal proposito molto preoccupato per il teatrino al quale stiamo assistendo, perché temo che ciò incida moltissimo sulla percentuale di astenuti che ho paura possa essere elevatissima.
 
Il voto, il momento democratico per eccellenza, oltre a essere un diritto inviolabile protetto dalla Costituzione, è un dovere civico.
 
E se si vuole dare un segnale, forte, alla nostra politica, questa non può essere l’astensione.
 
L'astensione equivale infatti a sostenere il vincente, così come la scheda bianca nell’urna.
Bisogna andare a votare e, al limite, rifiutare la scheda o annullare il voto.
 
Questa sarebbe una vera protesta, un voto di protesta coerente che
evidenzi la distanza tra i cittadini e la classe politica che non ha avuto rispetto per le criticità della Nazione e per gli sforzi, sostenuti da moltissimi, impersonati da Draghi.
 
Il voto, ripeto, è un dovere civico e uno strumento potentissimo che tutti dovremmo usare per esprimere la nostra opinione e la nostra volontà.
 
Piuttosto di non andare a votare, si opti quindi per un voto di protesta coerente.
 
Io andrò a votare e lo farò sapendo che, quanti più italiani lo faranno, tanto più si raggiungerà un risultato chiarissimo che permetta al nostro paese un Governo che faccia della serietà, dell’europeismo, dell’atlantismo e della competenza le sue parole chiave.
 
Con l’auspicio che Mario Draghi ne sia ancora protagonista e continui a mostrare la strada giusta da percorrere alla intera UE ed al mondo libero.
 
Sono grato dell’opportunità che gli elettori mi hanno dato nel 2018, più di 4 anni fa di entrare al Parlamento.
 
Sarò sempre fiero di aver fatto parte della storia del nostro Paese, in momenti di storica enorme difficoltà, ed in questo contesto, in particolare, di aver sempre tutelato il mio territorio ed aver contribuito alla elezione per il secondo mandato del Presidente Mattarella ed aver dato la mia fiducia al Presidente Draghi.
 
Mi rattrista moltissimo la scelta sbagliata, e da me non condivisa, del taglio indiscriminato al numero dei parlamentari e del conseguente snaturamento del rapporto tra elettori ed eletti con il sacrificio incostituzionale del Friuli Venezia Giulia e la sparizione del Collegio Parlamentare di Gorizia, di cui sono onorato di essere stato, purtroppo, l’ultimo parlamentare.
 
Un caro saluto.
Mandi".
 
 
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