Commercio, M5s: "Mercato a Pn, si chiede solo il rispetto delle norme"

"Il Movimento 5 Stelle ha seguito
dall'inizio le vicende del bando per il mercato a Pordenone, da
quando è stato portato in aula consiliare il nuovo regolamento,
presentato come una sorta di dogma intoccabile e di fatto
costringendo l'aula a una votazione unanime che altrimenti
sarebbe sembrata una violazione di chissà quale normativa di
legge". Lo si legge in una nota del gruppo consiliare
pentastellato.
 
Secondo i consiglieri regionali M5S, se l'assessore pordenonese
parla di nuovo mercato, significa che il mercato vecchio rimane
aperto e continuerà ad operare, altrimenti si tratterebbe di mero
spostamento delle concessioni in altra via come avviene in tutte
le città d'Italia e come è disciplinato dalla legge regionale 29
del 2005. Trattasi quindi di trasferimento e non di nuovo
mercato, sempre secondo i pentastellati, pertanto devono essere
preliminarmente trasferite le concessioni in essere e poi messe a
bando le posizioni "nuove" individuate dall'amministrazione.
 
Sulle concessioni in essere, dopo settimane di esternazioni i
pentastellati dichiarano di non avere ancora compreso cosa abbia
impedito al Comune di Pordenone, a differenza della stragrande
maggioranza di enti in tutto il Paese, di rinnovare le
concessioni in essere fino al 31 dicembre 2032, secondo le linee
guida dettate dal ministro Patuanelli alla fine del 2020. In
Veneto, la Regione ha impiegato poche ore per recepirle e
indicare ai Comuni come eseguire i rinnovi, in Friuli Venezia
Giulia ciò non è stato fatto, sempre secondo il M5S, ma quelle
linee guida erano state diramate proprio per semplificare e
ridurre gli oneri amministrativi, pertanto i Comuni avrebbero
dovuto provvedere d'ufficio all'avvio del procedimento di
rinnovo. A quanto pare, ciò a Pordenone per tutto il 2021 non è
stato fatto, portando a pretesto una sentenza del Tar pubblicata
il 18 gennaio 2022.
 
La sentenza in questione, però, interviene su un caso specifico e
in un contesto differente da quello pordenonese, e da sola non
può modificare la norma in vigore, introdotta dal Movimento 5
Stelle dopo 8 anni di sofferenza per l'intero settore, secondo la
quale il commercio ambulante non è ricompreso nella direttiva
Bolkestein.
 
Ma anche ammettendo che così fosse, per il gruppo consiliare M5S
all'assessore deve essere sfuggito il passaggio con cui il Tar ha
precisato che la concessione oggetto di quello specifico giudizio
mantenesse la propria efficacia sino al 31 dicembre 2023, in
attesa di eventuali modifiche di legge. Ecco perché i
commercianti hanno richiesto più volte, e non solo con le
manifestazioni e gli scioperi, di bloccare il bando e le sue
previsioni, o meglio, aprirlo solo per le postazioni che
dovessero rimanere a disposizione dopo le conferme degli stessi
di volersi trasferire nei nuovi posti assegnati. Sembra che si
stia chiedendo la luna - conclude il gruppo consiliare
pentastelalto - in realtà si chiede solamente il rispetto delle
norme.
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