Protesta davanti alla Prefettura: "Il dovere dell'accoglienza, tutte le vite valgono"
Sit-in questa mattina davanti alla Prefettura di Udine, diverse associazioni si sono trovate per chiedere alle istituzioni un maggiore impegno nell'accoglienza dei flussi migratori.
Qui elencate le principali motivazioni della protesta:
- la grave situazione presente anche a Udine che riguarda l'arrivo di numerosi richiedenti asilo provenienti dalla Rotta balcanica i quali hanno diritto di accedere alla protezione internazionale, ma non riescono ad essere ricevuti in tempi brevi dalla Questura per la loro segnalazione;
- l'irragionevolezza di scelte politiche che da anni privilegiano la concentrazione dei richiedenti asilo in grandi aree come quelle della ex Caserma Cavarzerani, dove centinaia di persone regolarmente ospitate - oggi 540 - vivono ammassate in condizioni di precarietà e disagio, a cui secondo fonti ufficiose se ne aggiunge un altro centinaio durante la notte;
- l'assenza di progetti per l'accoglienza diffusa che favoriscono l'integrazione nel tessuto sociale circostante, come quelli previsti dal Sistema Accoglienza Integrazione (SAI), rispetto al quale Udine e l'intero Friuli Venezia Giulia si collocano agli ultimi posti in Italia;
la mancanza di un piano sistematico di trasferimenti dei richiedenti asilo provenienti dalla Rotta balcanica verso altri territori, piano attivato a singhiozzo in Friuli Venezia Giulia che per questo precipita in situazioni di emergenza, nel ritardo e nell' inadempienza degli interventi istituzionali;
- il fenomeno dei migranti che dormono in strada, come accade nell'area ferroviaria di Via Buttrio, in situazioni di degrado e di abbandono, in mancanza di strutture di accoglienza di prima soglia,
capaci di dare riparo e servizi essenziali alle persone;
- le inaccettabili file di donne e uomini stranieri davanti alla Questura di Udine, costretti ad attese estenuanti per richiedere il rilascio o il rinnovo di documenti essenziali per il proprio lavoro, la propria vita e quella delle loro famiglie.
Di fronte alla gravità di tali situazioni, chiediamo alle istituzioni del nostro territorio, la Prefettura, la Questura, il Comune di Udine di assumere precise responsabilità e di dare, nella diversità dei ruoli e dei mandati, risposte urgenti per cambiare lo stato delle cose.
Così dichiarato nella nota stampa.
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