"Servono misure di prevenzione contro le ondate di calore per i Postini"

Pubblichiamo da SLC CGIL F.V.G.  Riccardo Uccheddu
 
Da tempo la nostra regione è attanagliata da un aumento delle temperature che si susseguono da
quasi due mesi senza quasi interruzione. Le temperature esterne oscillano dai 35 ai 40 gradi, con i picchi tra
le 12:00 e le 18:00. Se all’interno delle sedi aziendali le temperature vengono mitigate dagli impianti di
climatizzazione, per le attività lavorative all’esterno (cfr. Recapito) l’ora del picco termico corrisponde a quella
della maggior presenza all’aperto degli addetti al recapito, e quindi della loro esposizione al massimo stress
termico.
INPS e INAIL hanno da tempo, diffuso delle linee guida per le aziende da seguire per contrastare le
ondate di calore differenziate a seconda delle attività lavorative, con disposizioni specifiche per le attività
lavorative all’aperto. Anche l’INL ha dato delle linee guida agli ispettori sulle misure di prevenzione del rischio
termico.
Ad oggi non risulta che Poste Italiane abbia adeguato le lavorazioni al rispetto di tali indicazioni,
ignorando completamente le nuove condizioni climatiche di lavoro per i portalettere. Anzi perdura la richiesta
di prestazioni aggiuntive sulle lunghe assenze e per la copertura delle ferie estive. Portando così l’esposizione
dei lavoratori allo stress termico, ad aumentare invece che a ridursi in concomitanza dei picchi di calore.
Considerando che ormai l’aumento delle temperature risulta irreversibile e destinato a prolungarsi per
lunghi periodi durante il corso dell’anno, chiediamo a Poste Italiane di dotarsi di procedure idonee a governare
questi eventi critici, da attivare in modo automatico e governate da processi standardizzati che non prevedano
valutazioni soggettive da parte dei responsabili di livello intermedio del servizio di recapito. Ormai è tempo di
governare i cambiamenti climatici, anche per Poste Italiane, in relazione ai suoi mestieri, come sta avvenendo
orami da anni nelle grandi aziende strutturate, con l’adozione di idonee procedure e DPI, quali distributori di
acqua refrigerata negli ambienti di lavoro, dispenser automatici controllati da badge aziendale, di Sali minerali
contro la disidratazione, la previsione di pause più frequenti per il recupero del maggiore affaticamento.
Ad oggi non ci risulta alcuna misura messa in campo dall’azienda per contrastare questi rischi per la
salute dei lavoratori. Chiediamo un intervento immediato per la tutela contro questi rischi, sono ormai sempre
più frequenti gli episodi di malori sul lavoro dovuti ad esposizione a stress termico, come svenimenti, collassi,
mancamenti in genere, estremamente pericolosi se avvengono durante la guida di veicoli e motomezzi.
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