Scuola chiusa per Ramadan, CIsint. “Anche a Monfalcone mi hanno fatto indignare i soprusi nel Ramadan”

Scuola chiusa per Ramadan, CIsint. “Anche a Monfalcone mi hanno fatto indignare i soprusi nel Ramadan”

“Per molti versi quella di Pioltello è una vicenda sconcertante. Anzitutto per il fatto che la scuola ha una funzione educativa: dovrebbe infatti formare i giovani al senso della dignità e dei diritti della persona, che proprio nell’ambito scolastico vengono pesantemente violati dall’ideologia islamica. Ho avuto modo di intervenire già lo scorso anno in occasione del Ramadan a sostegno dei bimbi abbandonati a scuola privi di cibo, nella stessa mensa dove gli altri alunni consumavano il pasto. È grave che non ci si preoccupi dei risvolti pedagogici e sanitari per i minori di un digiuno che preclude persino l’assunzione della semplice acqua e che si protrae per un periodo così lungo. Ugualmente drammatica è la condizione delle minorenni musulmane che vengono tolte dalle lezioni prima di terminare gli studi delle scuole secondarie di primo grado, le ex scuole medie, per essere rimandate in patria per i matrimoni forzati. Fare festa ora in un istituto pubblico per il Ramadan significa veicolare nei ragazzi una cultura che subordina alla dignità umana le loro tradizioni inaccettabili per la nostra civiltà. Siamo alla follia: dovremmo al contrario contrastare le sopraffazioni e proteggere i ragazzi e le ragazze dall’imposizione da parte delle loro comunità di prassi inaccettabili.

 

“Sconcertante è anche la motivazione secondo la quale in questo modo si favorirebbe l’integrazione, che, invece, non può significare sottomettersi agli ordinamenti di chi viene da un’altra realtà se questi sono in contrasto con le nostre norme e le nostre leggi. E’ il segno di una falsa interpretazione dell’accoglienza, che accetta la prevaricazione di una cultura integralista da parte di coloro che, arrivati in Italia, rifiutano di rispettare le regole e le forme di legalità del nostro sistema. Si dimentica che, a differenza degli altri culti, l’Islam non ha alcuna intesa con lo Stato Italiano, non solamente perché è frantumato in varie correnti, ma perché i suoi principi contrastano con l’ordine delle leggi civili e penali della nostra nazione, a cominciare dalla violenza sulle donne e sui minori, ai rapporti matrimoniali, a quelli ereditari, e via discorrendo.

 

Con questi episodi si vuole diffondere nell’opinione pubblica l’idea che c’è un Italia cosiddetta “buonista” e una “razzista”; ma è esattamente il contrario: razzista è chi accetta che migliaia di minori e di donne continuino a essere vessate da una cultura priva dei principi di umanità e dei valori su cui si basa la civiltà occidentale”.

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