Cisint: la mia visione di Monfalcone alternativa a quella della Sinistra

Cisint: la mia visione di Monfalcone alternativa a quella della Sinistra

“Probabilmente il segretario del Pd, Pizzolitto, e gli esponenti della Sinistra che hanno governato in passato la nostra città , come l’ex-vice sindaco Greco e l’ex assessore Del Bello, non si sono ancora accorti che Monfalcone negli ultimi sette anni ha voltato pagina, é uscita dalla condizione di abbandono e degrado in cui era stata lasciata, ha rinnovato sé stessa e costruito un progetto di futuro che guarda a nuove prospettive di sviluppo, dovendo affrontare le minacce di un processo di islamizzazione che fonda le radici proprio negli anni delle loro amministrazioni. Ciò che più impressiona nelle loro proposte per la città  é il fatto che al centro delle loro preoccupazioni continuano a collocarsi gli interventi a favore della minoranza musulmana. Se non si comprende che l’integrazione passa attraverso l’accettazione e l’adeguamento a monte alle nostre regole da parte di chi qui si insedia, si arriva al paradosso che dovrebbe essere il Comune a organizzare corsi di italiano per gli stranieri che lavorano al cantiere e azioni di pari opportunità  per le donne, dimenticando che la cultura patriarcale dell’Islam é basata sulla loro reclusione e sulla sopraffazione, che sconfina sino alla violenza verso le minori. Si comprende così anche il sostegno ai centri islamici e alle loro pretese di continuare a operare al di fuori della legittimità  urbanistica e al fatto che dovrebbe essere il Comune, con i soldi di tutti i cittadini, a mettere a disposizione siti e attrezzature per i luoghi di culto.


La ricetta che viene presentata dal Pd e dai Progressisti ai monfalconesi guarda a un passato che é stato gi bocciato dagli elettori e che é stato superato attraverso il coraggio di fare scelte che hanno dato dignità  all’istituzione comunale, che é stata capace di far valere con Fincantieri l’impegno per la responsabilità sociale d’impresa, bonificare il territorio dalla presenza di amianto, rilanciare la portualità nel sistema con Trieste, realizzare l’accorpamento del Consorzio Economico con Gorizia, riqualificare il litorale e il Carso e che ora sta affrontando la questione di un immigrazione senza controllo iniziata nel 2005 e che a causa dei ricongiungimenti facili ha superato ogni soglia di sostenibilità  sociale e urbana.

La disponibilità  verso i comportamenti di questa minoranza che la Sinistra continua ad alimentare dimostra quanto é distante dal comune sentire e dalle istanze della larga maggioranza dei nostri cittadini. Su Fincantieri, poi, bisogna dire chiaramente che serve un cambiamento del sistema produttivo, la riduzione dei subappalti e la rivalutazione del valore del lavoro e delle professionalità: questi sono i temi che abbiamo posto sul tavolo nazionale, coordinato dal vice ministro Gava, con i ministeri competenti, per promuovere processi di diretta assunzione che si stanno ora avviando.

Quanto alla nuova Provincia, il problema non é il nome che verrà  assegnato, ma le proposte di contenuto e di ruolo, su cui il Pd mostra di non avere alcuna idea. Il nuovo ente risponderà  all’esigenza di avere un soggetto di area vasta per espletare determinate funzioni sul territorio. Monfalcone in questi anni, tuttavia, ha saputo valorizzare la propria centralità  e i propri punti di forza in un campo largo che la pone al centro delle dinamiche regionali e nazionali. I rapporti economici con Trieste e Gorizia, non solo per il porto, ma per la rete di infrastrutture logistiche e industriali nell’ormai prossima Zona Logistica Semplificara, quelli turistici lungo il litorale, da Muggia a Grado, quelli storici con il Parco Internazionale da Duino a Fogliano, quelli della riorganizzazione dei servizi oggi gestiti da Isa Ambiente in ambito più ampio sono frutto di un protagonismo di Monfalcone che non c’é mai stato in precedenza. La chiusura di Monfalcone nell’Uti mandamentale aveva bloccato ogni prospettiva di questo genere. La nuova Provincia, al di là del nome, non sarà  più una gabbia personalistica dei tempi della gestione di Gheghetta”.
 

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